Innovatività del progetto

La tecnologia al servizio della natura

L’approccio innovativo del progetto Life4MarPiccolo è legato principalmente all'impianto pilota di depurazione. Esso si basa su un sistema SRU (Silt Removal Unit) costituito da una unità mobile di 7/10 risospensione e di captazione del sedimento e da una unità fissa formata da un sistema di filtrazione di tipo MBR (Membrane Bio-Reactor).

Per MBR si intende la combinazione di un processo a membrana di microfiltrazione o ultrafiltrazione con un bioreattore “a crescita sospesa”, in cui è possibile accumulare il sedimento.

Rispetto ai sistemi tradizionali di filtrazione, la tecnologia MBR presenta numerosi vantaggi: piccolo ingombro, rimozione completa dall’effluente dei solidi sospesi, possibilità di operare ad elevate concentrazioni di biomassa, riutilizzo dell’effluente senza ulteriori trattamenti.

Grazie ad un rapido sviluppo tecnologico, la tecnologia MBR è divenuta una strategia molto utilizzata per il trattamento ed il riutilizzo delle acque reflue urbane ed industriali, con impianti capaci di processare fino a 48 milioni di litri al giorno. Inoltre, semplici processi fisici consentono a questi impianti di mantenersi in efficienza a lungo e con bassissimi assorbimenti energetici.

Il progetto Life4MarPiccolo si propone di applicare la tecnologia MBR in un contesto assolutamente innovativo, cioè nella bonifica di sedimenti marini contaminati. Sebbene la microfiltrazione venga solitamente impiegata per la concentrazione dei fanghi attivi nei sistemi di depurazione tradizionali, sistemi MBR basati sulla microfiltrazione o sull’ultrafiltrazione tangenziale non sono stati ancora impiegati per il trattamento di acque marine contaminate da materiale nocivo in sospensione.

La rimozione dei contaminanti verrà realizzata attraverso un prototipo che prevede: la risospensione controllata del sedimento contaminato, la sua captazione selettiva ed infine il trattamento tramite filtrazione con sistema MBR. In questo modo sarà possibile effettuare una rimozione selettiva della frazione organica più fine del sedimento (la parte che rimane in sospensione più a lungo), evitando di agire sugli strati più profondi del fondale.

Così facendo l’opera di depurazione risulta essere efficace perché agisce sulle porzioni più contaminate del sedimento e al tempo stesso a basso impatto sulle complesse biocenosi che popolano il benthos (a differenza di interventi altamente invasivi quali dragaggio o capping). In questo modo infatti si pratica una bonifica basata sulla eliminazione selettiva di contaminanti sospesi in acqua o adsorbiti su particelle solide sospese. Tale metodologia consente quindi di mantenere le peculiari caratteristiche di un ambiente annoverato dall’Unione Europea tra i siti di interesse comunitario (SIC) per via del suo particolare ecosistema, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE – Allegato I e II.

L’impianto MBR produrrà una frazione di scarto, dove si accumuleranno gli inquinanti aventi dimensioni molecolari maggiori della porosità delle membrane. Una parte di tale concentrato verrà sottoposta ad un processo di risanamento biologico operato da microrganismi fungini (mycoremediation). Il trattamento 8/10 biologico dei rifiuti generati dall’attività di depurazione rappresenta un ulteriore carattere di innovazione del processo, in quanto si propone di valutare una gestione alternativa dei rifiuti contaminati che sia ecocompatibile, sostenibile ed economica.

Un altro aspetto innovativo del progetto Life4MarPiccolo è legato allo sviluppo di un kit molecolare per la diagnosi rapida e multideterminativa della qualità delle acque. Tale kit potrà essere utilizzato per la determinazione dello stato di salute di acque marine costiere con caratteristiche simili a quelle del Mar Piccolo di Taranto, quali i bacini lacustri mediterranei, che rappresentano un patrimonio di enorme valore sia a livello ambientale che a livello economico. Rispetto ai sistemi tradizionali di controllo qualitativo delle acque, questo kit presenta il vantaggio di fornire dati dettagliati direttamente sulla componente biotica correlata a presenza e tipo di agente inquinante (PCB, IPA etc.) con una singola analisi rapida, multideterminativa e a basso costo. Questo kit verrà realizzato anche sulla base del monitoraggio integrato (chimico-fisico e meta-omico) condotto da personale specializzato del Centro Ricerche ENEA Trisaia e dell’Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche IAMC CNR – UOS di Taranto. Si tratta di un monitoraggio con un elevato valore di originalità nel panorama italiano ed europeo.

Sulla base di questo kit, sarà inoltre elaborato un protocollo di intervento per il risanamento ambientale, che rappresenta uno strumento essenziale nella gestione ecosostenibile di quelle aree marine costiere che hanno caratteristiche ambientali affini a quelle di Taranto, ossia che si trovano a dover affrontare problematiche legate a sedimenti marini fortemente inquinati.

La problematica dei sedimenti marini è piuttosto complessa; ad oggi, limitate ricerche e risorse risultano investite in Italia, in tale settore. Ciò è dovuto, in parte, all’assenza di una normativa ad hoc in materia, mai emanata nel nostro paese, così come è invece avvenuto in altri (Olanda, Germania). Il risanamento di sedimenti contaminati di origine marina è un argomento di notevole importanza ed attualità, in relazione agli ingenti volumi da gestire e trattare e alla presenza contemporanea, nella maggior parte dei casi, di inquinanti diversa origine e natura.

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